Dopo un giro assolutamente immancabile tra i canali di Venezia, avrete esplorato le sue più famose e colorate, quelle di Murano, Burano e Torcello, perfette da inanellare in una giornata sull’acqua. Ma Venezia nasconde altre sorprese: le sue isole segrete, quelle poco frequentate e diverse tra loro che meritano di essere scoperte magari con un itinerario un po’ alternativo
La Giudecca
Forse non proprio sconosciuta ma spesso trascurata, la Giudecca è la maggiore e più operosa isola della città; è separata dal centro dal canale omonimo, e formata da otto isolotti collegati da ponti e ponticelli. La passeggiata lungo la fondamenta offre straordinarie vedute su Venezia, mentre il lato dell’isola rivolto alla laguna è un misto di orti e giardini che spezzano la continuità di piccoli fabbricati e laboratori artigianali, molti dei quali riconvertiti in abitazioni. Icona dell’isola è lo splendido hotel Cipriani, uno dei più esclusivi di Venezia, con i suoi lussureggianti giardini e la terrazza sulla laguna.
Mazzorbo, l’isola dei frutteti e dei giardini
Iniziate da qui; l’isola di Mazzorbo, molto suggestiva, è collegata a Burano da un ponte, e appare come un pugno di case circondate dal verde. Oltre il portoncino che si apre sul muro di mattoni e pietra, l’insieme architettonico è del tutto diverso dalle altre isole: piccole case coloniche allineate su due lati, un campanile solitario, un portico dove un tempo si accumulavano gli ortaggi, la vasta cantina, il cortile contornato da piante da frutta e la vigna con il muro che la protegge dal vento salmastro. E naturalmente, oltre quel muro, la peschiera.
Sparite le ville e le chiese della Serenissima, sono rimasti i giardini e gli orti, rigogliosi e curati, dove nascono le “castrature di Mazzorbo“, cioè il primo fiore del carciofo, dal particolare sapore conferito dalla salsedine presente nel terreno. E poi c’è la chiesetta di Santa Caterina, una cappella solitaria romanico-gotica con il soffitto a carena di nave dove fermarsi qualche istante.
Pellestrina, l’isola dei pescatori
Sembra “fatta col lego”, con le sue casette colorate affacciate sulla laguna: 13 km di litorale, eppure una larghezza di appena 210 metri, nel punto massimo. Popolatissima e verace, ha ritmi lenti, scanditi dal rito irrinunciabile delle chiacchiere e dello spritz, che si consuma nel labirinto di calli dei tre rioni: Portosecco, San Pietro in Volta e Pellestrina. All’estremità meridionale l’isola si svuota come per incanto e compaiono i murazzi, le dighe settecentesche che separano la laguna dal mare; lì sull’orizzonte “galleggia” l’oasi naturalistica Ca’ Roman, quaranta ettari di spiaggia, macchia e dune selvagge, dove fare incontri ravvicinati con una fauna decisamente più quieta rispetto alla folla di turisti.
Le isole minori della laguna nord
San Michele in Isola
Di fronte alle Fondamente Nove, ornata da cipressi, ospita il cimitero della città. Lì, un tempo i muranesi “parcheggiavano” le loro barche; oggi costituisce l’itinerario sul filo della memoria, forse un po’ troppo frequentato.
L’isola di San Francesco del Deserto
Se volete allontanarvi per un’ora dalla folla di Venezia, raggiungete l’isola di San Francesco del Deserto, che si distingue sulla laguna grazie al profilo dei cipressi. La quiete quasi assoluta del luogo è dovuta anche alla mancanza di collegamenti di linea ma, da Burano, potrete trovare una barca privata che vi ci porti. Il convento francescano, fondato dal santo di Assisi, aggiunge fascino all’isola, così come la chiesetta della Vigna in Venezia, con due splendidi chiostri, che fu abitata dal beato Bernardino. Visitate i conventi, al di là della fede, per una immersione bucolica e per scambiare due chiacchiere con un frate che non esiterà a trasformarsi in guida entusiasta e sorridente, a spasso tra pavoni, piante officinali e un pino antichissimo. Se poi vi appassionate, potrete decidere se tentare l’esperienza mistica di tre giorni accolti nel convento, con i ritmi scanditi dalla vita francescana.
Il Lazzaretto Nuovo
Dismessa dall’esercito italiano quarant’anni or sono, l’isola è totalmente disabitata e visitabile solo con una guida. Potrete muovervi tra l’ottocentesca cinta muraria, le torri, il Tezon Grande, le rovine di una chiesetta medievale benedettina e concludere il giro per finire con un percorso naturalistico lungo le barene. Il Tezon Grande, simbolo dell’isola, è il monumento più significativo: sulle sue pareti, centinaia di graffiti in ogni lingua sono la testimonianza del soggiorno forzato cui erano tenuti, a scopo preventivo contro la peste, gli equipaggi che facevano ingresso in laguna nella seconda metà del 1500. Nelle due esposizioni permanenti sono esposti oggetti in ferro e anfore risalenti al III secolo a.C. utilizzate per il trasporto di olio, vino, pesce sotto sale e spezie.
Le isole minori della laguna centro-sud
San Servolo, l’isola dei matti
Incantevole, da sempre abitata da frati o monache, è per i veneziani l’isola dei matti, perché ha ospitato persone con disagio psichico fino alla chiusura dei manicomi. L’edificio che li ospitava è oggi sede della Venice International University, un centro culturale di rilevanza mondiale ma tra le pareti resta il museo della follia, la cui visita è un cammino toccante lungo le drammatiche storie dei malati che vissero tra queste pareti.
San Lazzaro, uno spicchio d’Oriente
Di fronte al Lido, l’isola di San Lazzaro si distingue per l’inconfondibile campanile con la cupola tondeggiante in stile orientale. La comunità di religiosi armeni che fondò il monastero nel 1717, si dedicò intensamente a opere letterarie e scientifiche, protetta da un decreto di Napoleone che intendeva rispettare la loro integrità e operosità. Divenuto oggi un importante centro di cultura armena, il monastero accoglie molti libri in lingue diverse, ceramiche e quadri armeni, arazzi fiamminghi, cimeli greci e assiro-babilonesi, e persino una mummia egizia.
Isola di San Giorgio Maggiore
Di fronte a San Marco, è quasi l’isola anti-turistica per antonomasia: non ci sono bar o ristoranti, nessun negozio turistico, ma solo spazi occupati da una percepibile serenità monacale, dalle grandi opere del Palladio e dai magnifici scorci su Venezia. Dalla metà del 1900 la Fondazione Cini si è dedicata al recupero e alla riqualificazione dell’isola e delle sue architetture; oggi la stessa propone eventi culturali e importanti incontri tesi allo sviluppo dei rapporti internazionali. Se visitate l’isola, non mancate di salire sul campanile, il secondo per altezza dopo San Marco, per godere della splendida vista sulla città e sulle isole.
Le isole scomparse
Non cercatele sulle carte geografiche: sono presenti solo nei racconti popolari e sulle carte dell’alto Medioevo. Sono le isole di Ammiana, dove ora si trova la località Bondante, un’ampia distesa di fondali bassi; Abbondia, nei pressi di Santa Cristina, distrutta nel IX secolo dagli avversari del doge Obelerio Antenorio; Baseggia, affacciata sulle spiagge di Cavallino e, infine, Costanziaco. Dopo l’abbandono, le pietre e diversi materiali edilizi furono recuperati per nuove costruzioni su altre isole e il degrado definitivo decretò la scomparsa totale dei territori. Se, invece, sentite parlare di Metamucco, probabilmente vi trovate a Malamocco, una borgata del Lido che ha ereditato il nome dell’isola che non c’è più. Metamucco sarebbe stata inghiottita da un violento maremoto nel 1106, ma le ricerche a tutt’oggi non ne portano tracce: un’Atlantide lagunare che vive solo nelle superstizioni e nelle leggende. Magari sarete voi a trovarla!
Informazioni per visitare le isole segrete di Venezia
Venezia Unica Turismo
www.veneziaunica.it