La volta coperta da un cielo stellato, decorata con dieci medaglioni con al centro Cristo, la Vergine e i Profeti. È questo lo spettacolo che avvolge all’ingresso della celebre cappella degli Scrovegni, a Padova. Una perla che si candida a diventare Patrimonio UNESCO grazie a quel raffinato capolavoro dell’arte gotica italiana che è il ciclo di affreschi dipinto tra il 1303 e il 1305 da Giotto.
Perché cappella degli Scrovegni?
Giotto era il più famoso e apprezzato pittore “in circolazione” a quei tempi. Quindi, diciamocelo, anche il più caro. E chi poteva permettersi di chiamarlo a lavorare se non un ricco e facoltoso banchiere? Enrico Scrovegni, figlio di quel Rinaldo che Dante, nella Divina Commedia, mette fra gli usurai nel Canto XVII dell’Inferno! Come il padre, anche Enrico godeva di pessima reputazione per via del suo lavoro di banchiere spesso associato con disprezzo all’usura e a un’inguaribile avidità. In cerca di riscatto, o forse di una vera e propria “redenzione”, Enrico, da fervente cattolico, fece costruire accanto al palazzo di famiglia (oggi scomparso) una cappella “riparatrice” e funeraria dedicata a Santa Maria della Carità. Piccola e semplice nelle forme, che doveva però risultare grandiosa al suo interno, affinché i padovani riconoscessero la sua eminenza sociale e, magari, anche quella morale. Per questo motivo assoldò il massimo rappresentante dell’arte italiana di quell’epoca. E Giotto, che già aveva realizzato per la basilica di Assisi un capolavoro rivoluzionario, a Padova si superò, dando compimento all’opera della sua maturità artistica. Abbellì l’intera navata con le storie di Anna e Gioachino, della Madonna e di Gesù, utilizzando la luce e il colore per dare profondità alle figure e rivelare la natura umana dei personaggi, la loro sofferenza e la loro gioia.
Il ciclo di affreschi di Giotto
Sopra la parete d’ingresso collocò una grandiosa rappresentazione del Giudizio Universale. Mise al centro Dio attorniato dalle schiere di Angeli e Apostoli, con ai suoi piedi gli eletti e i dannati. Ai volti dei primi impresse un’immensa beatitudine, mentre ai secondi diede tutte le caratteristiche espressive di chi viene colto dal terrore di essere inghiottito dalle fiamme infernali. Un tale spettacolo doveva certamente incutere timore ai fedeli che si recavano nella cappella in cerca di perdono per i peccati; a dar loro speranza era proprio Enrico, raffigurato in ginocchio al centro della scena, nel gesto di consegnare la cappella alla Madonna. Gesto che prometteva proprio la cancellazione di tutti i peccati mortali di fronte al sincero pentimento.
La sala multimediale
Per la visita alla cappella i biglietti si acquistano presso l’adiacente ex convento degli Eremitani, oggi complesso museale. Al suo interno, in un ampio spazio è allestita la sala multimediale che, grazie a filmati e immagini, permette di visitare in modo virtuale la cappella degli Scrovegni, studiandone gli affreschi e approfondendo i segreti della rivoluzionaria tecnica pittorica di Giotto.
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Padova
Area sosta in Via Pontevigodarzere ang. Via Sanavio
Servizi: acqua, pozzetto scarico, elettricità. Apertura annuale. A pagamento
Informazioni per visitare la cappella degli Scrovegni
Cappella degli Scrovegni
www.cappelladegliscrovegni.it