Se avete letto i grandi romanzi tolkieniani, oppure visto film come “Lo Hobbit” o il “Signore degli anelli“, avrete in mente le misteriose città sotterranee dove instancabili creature fabbricano spade e pugnali per lottare contro le oscure forze del male. Ecco, nel paesino di Campo Tizzoro, nel cuore dell’Appennino pistoiese, un tempo funzionava più o meno così. Migliaia di lavoratori erano occupati negli stabilimenti industriali della Società Metallurgica Italiana costruiti qui dalla famiglia Orlando fin dal lontano 1911, oggi diventati Musei S.M.I..
Un paese-fabbrica
La fabbrica, dove in prevalenza si producevano munizioni, ma anche prodotti per la lavorazione del rame, dell’ottone e dei derivati per uso civile, divenne presto un punto di riferimento imprescindibile per il paese e le zone limitrofe; un luogo unico e sorprendente per la modernità che la caratterizzava già agli albori del Novecento. Fu così che, tra il 1930 e il 1935, gli Orlando decisero di costruirvi accanto un vero e proprio insediamento operaio, una comunità di 7000 persone a cui l’illuminata famiglia di imprenditori assicurò lavoro, case e istruzione. Vi stupirete per come le abitazioni fossero dotate di servizi igienici e di energia elettrica (in un’epoca in cui quest’ultima non aveva raggiunto nemmeno tutte le grandi città italiane) e che nel villaggio fossero presenti scuola materna, medie e una scuola di avviamento professionale e anche la chiesa, il cui campanile si ispira a quello del Duomo di Pistoia.
Il museo S.M.I.e i rifugi antiaerei
Dopo la dismissione avvenuta nel 2006, tutta l’area industriale, compresa una rete sotterranea di gallerie antiaeree, è stata trasformata nel museo S.M.I.. Seguendo le guide potrete immergervi con un percorso di circa 1 ora e mezza nei segreti della fabbrica e dei macchinari conservati in ottime condizioni, che stupiscono per l’avanzamento tecnologico e ingegneristico di cui erano dotati. Ancora più affascinante (certamente a loro modo), è la visita guidata ai rifugi antiaerei costruiti sotto la fabbrica alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di una rete di gallerie, lunga circa 2 km, scavata fino a 20 metri sottoterra per fornire un riparo ai dipendenti della fabbrica e alle loro famiglie in caso di bombardamento. Tutti i bunker erano equipaggiati con un reparto di primo soccorso, servizi igienici, chiusure stagne e illuminazione autonoma ed erano accessibili da ingressi coperti, protetti da una cupola in cemento armato a forma di grosso proiettile. Prima di scendere lungo il percorso ipogeo indossate qualcosa di caldo, non solo perché la temperatura scende di parecchi gradi rispetto alla superficie, soprattutto in estate, ma perché, immergervi in uno dei pezzi di storia italiana più significativi di sempre, mette certamente qualche brivido.
Informazioni per visitare il museo S.M.I.
Musei e rifugi S.M.I. di Campo Tizzoro
www.irsapt.it