Le torri, le mura, le chiese, i giardini. Tarquinia si assaggia anche prima di arrivarci, quando spunta in lontananza tra le colline e i boschi percorrendo la via Aurelia. E vien subito voglia di fermare la macchina e scendere per capire cosa c’è da vedere dietro quel profilo da cittadella medievale.
Tarquinia al tempo degli Etruschi
Qui la storia trionfa. Stretti vicoli, alte torri e nobili palazzi raccontano un passato “abbastanza recente”, considerando le origini etrusche, ben più antiche, della cittadina. Niente di meglio allora che iniziare la visita curiosando fra le sale del museo archeologico nazionale; lo spazio espositivo si trova all’interno del rinascimentale palazzo Vitelleschi, ed è uno dei più importanti della Penisola. Potrete trovarvi “faccia a faccia” con ceramiche, corredi funebri, sarcofagi e affreschi provenienti da alcune tombe; gioielli, vasi e terrecotte fra le quali spicca l’elegante scultura dei Cavalli Alati, simbolo stesso di Tarquinia. Tutti questi tesori sono stati ritrovati nella vicina necropoli di Monterozzi, patrimonio dell’Umanità, i cui resti si estendono sull’area collinare a sud-est della cittadina, per circa 6 km. Le tombe sono disseminate praticamente su tutto il colle tanto da esserne venute alla luce più di seimila, per la maggior parte in camere scavate nella roccia e coperte da tumuli. Moltissime (circa 200), anche affrescate. Nel settore aperto al pubblico è possibile visitare alcuni degli ipogei dipinti più famosi, come le tombe delle Leonesse, dei Leopardi e della Caccia e Pesca. Un consiglio? Se volete avere un’idea dell’aspetto originario della “città dei morti”, non andatevene senza aver visitato la necropoli Scataglini, un angolo che si è conservato praticamente intatto nonostante il passare dei millenni.
La passeggiata nel borgo di Tarquinia
Dopo il tuffo nella storia, tornate a passeggiare nel centro storico del borgo che fu meta prediletta di personaggi illustri e soggiorno di papi, principi e re. Da palazzo Vitelleschi, prendete via Porta Castello che conduce fino al Duomo di Santa Margherita, distrutto da un incendio nel 1643 e ricostruito in varie fasi sino alla fine dell’Ottocento. Proseguendo sulla stessa via arriverete nella parte più antica della città, dove vedere la chiesa di Santa Maria di Castello, uno dei capolavori dell’architettura medievale dell’alto Lazio: costruita nell’XI secolo in stile romanico, custodisce preziosi mosaici e opere d’arte di artisti locali.
Via delle Torri (il nome non inganna), vi consente di continuare la scoperta di Tarquinia attraverso le sue tante torri dal passato antico e glorioso: una delle più impotenti in piazza Santo Stefano, è la torre Barucci, più volte restaurata ma sempre inconfondibile con il suo profilo merlato. Tornati verso Palazzo Vitelleschi incontrerete porta Castello con l’immancabile torrione, detto “di Matilde di Canossa” dal nome della potente Signora che nel Medioevo estese il suo regno fino alle porte dello Stato Pontifico. Qui uscirete dalle mura, dove vale la pena visitare la chiesa di Santa Maria Valverde, edificata nel XIII secolo, che conserva una preziosa Madonna bizantina.
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