Se una quindicina di chilometri da Parma vi sembrano pochi per pensare a un parco, correte a visitare i Boschi di Carrega che, con una superficie di 1270 ettari di verde, offre un ambiente attraente in ogni stagione; una vera e propria foresta tra la pianura e le prime colline da visitare a passo lento a piedi o in bici per scoprirne la natura e alcune chicche architettoniche.
Gli ambienti del Parco
Difficilmente in un ambiente così ridotto si mischiano in perfetta armonia tanti ambienti e paesaggi diversi, generati in parte da fenomeni naturali e dovuti in parte all’opera dell’uomo.
Nel querceto, che accoglie diverse specie di quercia, prevalgono il cerro e la rovere, mentre per incontrare le roverelle dovrete camminare verso le aree più soleggiate. Nella zona nord, accanto ai cerri, vedrete latifoglie in gran numero: tra queste l’acero campestre, il ciliegio selvatico e il nocciolo. Dove i boschi si diradano, prima dei prati, incontrerete distese di ginepri e rose canine, prugnoli e biancospini, sanguinelli e ligustri intervallati da piccole aree occupate dalla brughiera.
Nella fascia meridionale del parco ci sono i calanchi: brulli e affascinanti per la natura arida del terreno, che ospitano piante annuali e, tra aprile e giugno, la fioritura delle orchidee selvatiche.
Passeggiando vi imbatterete poi nei laghetti artificiali importanti dal punto di vista del microclima, per la presenza di flora effimera e della fauna legata all’acqua.
Tutti questi ambienti fanno da cornice a un altro paesaggio che occupa uno spazio rilevante nel parco, quello agricolo, che si estende dalla campagna di Collecchio alle colline di Sala Baganza, tra campi coltivati e ordinati filari d’uva.
Il parco dei Boschi di Carrega e i suoi animali
Un parco in cui si alternano ambienti così diversi, non può che ospitare una gran varietà di specie. Primo fra tutte e non a caso simbolo del parco, è il capriolo. Durante una passeggiata tra i boschi e le radure, specie al tramonto, lo incontrerete davvero facilmente; non è ovviamente il solo ad abitare questi boschi ma è forse l’animale più ricco di fascino. Nel parco troverete anche molti scoiattoli e i tassi, anche se le tane, ben riconoscibili, sono spesso lontane dai sentieri; le cataste di legna o i tronchi degli alberi morti sono invece la tana perfetta per ghiri e moscardini, quercini e toporagni mentre i grandi alberi cavi e qualche edificio dismesso, sono il rifugio sicuro per i pipistrelli. Anche volpi, faine e donnole sono tra i mammiferi che si dividono gli spazi del parco, insieme a qualche esemplare di lupo, osservato sporadicamente. Tra gli uccelli, potrete osservare un gran numero di specie legate all’ambiente boschivo, come il picchio rosso e il picchio verde, e quelli legati al sottobosco, come pettirossi, usignoli, cince e codirossi. Gufi, civette spezzano con i loro richiami il silenzio della notte.
Nelle zone umide vi aspettano rane e raganelle oltre alla rara testuggine palustre.
All’interno del parco opera il Centro di Recupero Animali Selvatici “Casa Rossa”, che ha l’obiettivo di curare animali feriti o in difficoltà e reintrodurli nel loro ambiente una volta recuperati.
Camminare e pedalare nel parco dei Boschi di Carrega
Una fitta rete di sentieri segnalati si snoda tra gli ambienti del parco, alcuni tracciati per meglio fruire delle biodiversità presenti, altri più adatti alla bici e uno breve ma “speciale”, il sentiero di Alice (ca 300 metri), nel Bosco della Capannella, dedicato alla fruibilità da parte di disabili e ipovedenti.
Per una traversata che esplora il parco dei Boschi di Carrega da nord a sud, scegliete il sentiero che, in 5 km (3 ore e 30 minuti) vi porterà dalla Via Conventino a Monte Castione, lungo il Bosco della Capannella, ai laghi della Svizzera e della Grotta, alla radura di Terra Rossa e al monte Castione, il “rilievo” del parco, alto ben 316 metri.
Esistono anche tracciati più semplici, percorribili in un’ora, come quello che porta direttamente ai laghi della Svizzera e della Grotta lungo un tratto di itinerario che ricalca la Via Francigena.
Per pedalare vanno bene sia l’itinerario per MTB di 10 km che si avvia dal Serraglio e culmina al lago della Svizzera (con rientro lungo la Via del Convertino), o la più entusiasmante ciclovia dei Boschi di Carrega, 20 km percorribili in mezza giornata, ma senza difficoltà, attraverso un paesaggio forestale.
Il Casino dei Boschi
A suscitare la curiosità dal punto di vista architettonico è un edificio settecentesco che spunta sul fondo di un maestoso viale di cedri; voluto dalla Duchessa Maria Amalia di Borbone, concepito inizialmente come pomposa fattoria di campagna, fu edificato a pianta quadrata, su due piani con una torretta centrale e una facciata abbellita da un triplice loggiato. La tenuta fu acquistata nel 1819 da Maria Luigia d’Austria che, divenuta la nuova Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, decise di apportare considerevoli modifiche: la villa principale assunse uno stile neoclassico, con l’abolizione della torretta, l’innalzamento di un piano e la costruzione di una terrazza sorretta da colonne. Il fianco della villa fu dotato di un lunghissimo colonnato, chiamato “la prolunga”, al cui centro fu edificato il Casinetto, per ospitare il teatrino di corte, e che oggi ospita il Centro Parco. Qui troverete gli uffici dell’Ente Parco, oltre al “museo del Bosco” che si prolunga nella natura circostante con alcuni percorsi.
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