Le rocche Sforzesche di Caterina

di Redazione
Emilia Romagna
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Borghi
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Per un weekend alternativo scegliete un tour sulle orme di Caterina Sforza alla scoperta delle suggestive rocche Sforzesche di Imola, Dozza, Riolo Terme e Bagnara di Romagna. Giusto un salto nella storia, immersi nella natura.

In un angolo appartato di regione a cavallo tra Emilia e Romagna, vi aspettano quattro meravigliose rocche medievali: si tratta delle rocche Sforzesche legate alla leggendaria figura di Caterina Sforza, la “leonessa delle Romagne”. Niente di meglio per un itinerario tra storia, natura e sapori e, solo se vorrete, anche un po’ di movimento.

L’itinerario delle rocche sforzesche

Partite dalla provincia di Bologna e dal borgo di Dozza per scendere fino a Imola ed entrare in provincia di Ravenna raggiungendo Riolo Terme e, infine, Bagnara di Romagna.
Incontrerete quattro rocche ben conservate e visitabili a cui potrete arrivare direttamente in auto o, se siete sportivi, con un giro in bici ad anello (circa 70 km e qualche salita) oppure, perché no, approfittando di un’esperienza in e-bike – noleggiabile sul posto – per godervi il tour senza alcuna fatica. Potrete anche vivere autentiche esperienze con racconti e degustazioni a tema, scoprendo curiosi musei, esposizioni di artisti internazionali, grotte naturali, per “assaggiare” in compagnia di esperti, tutti i segreti e le curiosità di questi luoghi.

La rocca di Dozza

Sulle prime colline alle spalle di Imola vi aspetta un complesso medievale del XIII secolo, assolutamente visitabile, in cui potrete ammirare l’antica cucina, la sala delle torture, le prigioni e gli appartamenti. Non solo: nei sotterranei troverete l’Enoteca Regionale Emilia-Romagna con esposizione e vendita di oltre 1000 etichette di vino.
L’aspetto della Rocca è del tardo Quattrocento quando Dozza entrò a far parte della Signoria Riario-Sforza; nel 1473, infatti, con un matrimonio dalle forti connotazioni politiche, Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV, si unì a Caterina Sforza, figlia del Duca di Milano. Altra storia per gli interni e il piano nobile, frutto della riorganizzazione cinquecentesca della Signoria dei Campeggi che trasformò la rocca da fortezza a sede di rappresentanza.

La rocca di Imola

Scendete fino a Imola per visitare una rocca che data le sue origini al 1261. Anche se non sono più visibili le nove torri quadrangolari che ne segnavano la cinta muraria, potrete ammirare il possente mastio al centro del cortile interno. Dopo una lunga alternanza di nobili famiglie, alla fine del Quattrocento, con gli Sforza, iniziò la trasformazione rinascimentale dell’edificio che proseguì con Girolamo Riario, sposo di Caterina Sforza. Le torri angolari quadrate furono inglobate in massicci torrioni circolari in grado di resistere ai colpi delle bombarde, e venne costruito un edificio residenziale, il Palazzetto. Conquistata nel 1499 da Cesare Borgia, detto il Valentino, la rocca tornò sotto il dominio pontificio e gli ambienti della fortezza furono adibiti a carcere, situazione che si protrasse fino al 1958 quando iniziarono i lavori di restauro e la realizzazione del museo.

La rocca di Riolo Terme

Quella di Riolo Terme è una delle rocche sforzesche più suggestive, per la posizione che occupa abbracciata dalle case del borgo e per il suo stato di conservazione. Di fine XIV secolo, questa fortificazione militare unisce le caratteristiche medievali e rinascimentali: il fossato e le caditoie per il tiro piombante, le camere di manovra e le bocche di fuoco per il tiro radente fiancheggiante. Entrando tornerete al Medioevo con la vita di Caterina Sforza e i reperti ritrovati nella vicina grotta di Re Tiberio. Vi sentirete cavalieri medievali negli stretti passaggi della fortezza, nell’ammirare le armi utilizzate in battaglia e il funzionamento delle macchine da guerra. Nella sala del pozzo potrete inoltre approfittare dell’allestimento multimediale “I misteri di Caterina”, dedicato alle gesta e agli amori di Caterina Sforza, con cui potrete perfino “interagire”. Con un giro nel mastio arriverete alla sezione archeologica, con reperti dall’Età del Ferro all’Epoca Romana. Altra sorpresa è il museo del paesaggio dell’Appennino faentino che offre la possibilità di osservare con binocoli il paesaggio circostante, con i calanchi e gli affioramenti di gesso.

La rocca di Bagnara di Romagna

Ultima tra le tappe di questo itinerario, questa rocca è il fulcro della struttura difensiva del castello; la sua costruzione viene attribuita a Uguccione della Faggiola nel 1297, prima di passare nelle mani dei Barnabò Visconti. Dopo diverse distruzioni, restauri e dominazioni, venne concessa da Papa Sisto IV al nipote Girolamo Riario e a sua moglie Caterina Sforza che ne curarono l’ammodernamento creando le strutture del palazzo signorile e costruendo il mastio. Oggi l’aspetto della rocca è quello di un possente complesso in mattoni a pianta quadrata, con gli edifici disposti attorno al cortile. Nell’angolo sud-ovest vi troverete ai piedi del mastio circolare mentre, nell’angolo opposto c’è il bastione, una torretta anch’essa circolare ma più piccola. Il palazzo signorile a due piani è appoggiato al lato nord ed è abbellito da una loggia visibile dall’esterno delle mura.

Informazioni per visitare le rocche sforzesche

www.imolafaenza.it

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