Sono lunghe quasi un chilometro le mura che racchiudono il borgo di Corinaldo. Perfettamente conservate, proteggono dal XV secolo il centro storico che si arrocca a cerchi concentrici sulla sommità di un’altura, un tempo in posizione strategica tra la Marca di Ancona e lo Stato di Urbino, oggi semplicemente immersa fra le colline a una manciata di chilometri dalle spiagge di Senigallia.
Tra i vicoli di Corinaldo
Il luogo è un’immensa scoperta già a partire dalla sua imponente cinta muraria, che consente una passeggiata panoramica lungo i camminamenti di ronda. Porte bastionate, baluardi poligonali, torri di difesa e merli ghibellini a coda di rondine, si avvicendano trascinando senza riserve in un’atmosfera da fiaba medievale.
Una fiaba che continua nel cuore del borgo, a cominciare dalla spettacolare scalinata di cento gradini che percorre la centralissima via della Piaggia, sulla quale convergono i palazzi gentilizi e gli edifici civili e religiosi. Persino il pozzo che si trova a metà della salita affonda le sue origini nel Medioevo e si lega a una buffa leggenda su un sacco di farina da polenta cadutovi all’interno; si racconta che, per recuperarla, un corinaldese dietro l’altro vi si gettassero dentro facendo scaturire il nome di “pozzo della Polenta” e la diceria secondo la quale il borgo sia detentore dell’originale primato di essere la “città dei matti”! Che sia vero o meno, a poca distanza dal pozzo vi aspetta un’altra curiosità, là dove “Gaetano” ha lasciato la sua Casa di Scuretto o, per dirla tutta, quel poco che ne costruì; si, perché dell’edificio vedrete la sola facciata, messa in piedi in gran fretta nel tentativo di rassicurare il figlio emigrato in America sul buon impiego dei soldi che questo gli mandava. Peccato che la costruzione della casa – in cui il giovane avrebbe dovuto abitare una volta tornato al paese – non avvenne mai perché Scuretto, il denaro se lo beveva regolarmente nelle osterie di Corinaldo.
La fama di questo paese è dovuta anche a illustri personaggi: un pittore tardo rinascimentale, Claudio Ridolfi, e un organista, Gaetano Antonio Callido, costruttore di organi a canne. Senza dimenticare Maria Goretti, la “santa bambina” che, nata qui, fu vittima di un omicidio e venne canonizzata nel 1950 come martire. In quello che all’origine era un monastero, oggi ci sono la biblioteca comunale e il museo Sala del costume e tradizioni popolari.
Baluardo marchigiano dello Stato Pontificio, a Corinaldo le chiese non mancano, tranne una: si tratta di quella di San Pietro, nell’omonima piazza, demolita nel 1870 perché pericolante. Al suo posto, oltre al superstite campanile, si erge ora un grande cedro dell’Himalaya, piantato, secondo l’ennesima leggenda, da un anticlericale affinché non vi si ricostruisse un altro edificio religioso…
Dal centro, percorrendo via del Corso si fa ritorno lungo il camminamento delle mura fino a raggiungere la terrazza sopra l’arco della porta di San Giovanni. Da qui il panorama si allarga sulla campagna e arriva nelle giornate più limpide fino al monte Conero.
Per chi viaggia in camper
Corinaldo
Area attrezzata, nel piazzale antistante il centro sportivo, vicino al centro storico.
Servizi: acqua, pozzetto scarico, illuminazione
Informazioni per visitare Corinaldo
Ufficio turistico Corinaldo
www.corinaldoturismo.it