La strada segue il profilo delle colline ricamate dai campi e s’inoltra, curiosa, nel cuore della valle del Samoggia, a ovest di Bologna. Qui, tra vigneti e orizzonti boscosi, si estende il parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, area protetta che, dal 1995, custodisce l’intero territorio che circonda l’antica pieve di Santa Maria.
L’itinerario per Monteveglio
Va detto: alle porte del borgo potete arrivare comodamente in auto ma se volete godervi un po’ di natura e conquistare il colle, l’esplorazione può iniziare nella località di San Teodoro che ospita la sede del parco, appena fuori dall’abitato di Monteveglio; in questo caso armatevi di un paio di scarpe comode e dall’immancabile curiosità.
Abbandonata l’auto nel comodo parcheggio vicino alle cascine del parco, procedete a piedi lungo un sentiero tra prati e coltivi abbandonati fino al bivio prima di un boschetto dove tenere la destra fino in vista di un tornante; anche qui sceglierete di salire con un tratto rettilineo fino a incrociare una stradella sterrata. Piegate ora a sinistra e attraversate la strada ricollegandovi all’originale percorso per Monteveglio alto; lo sterrato fiancheggia la chiesa di San Luca e sale ripido sbucando nei pressi di un piccolo cimitero. A destra sarete a pochi passi dalla porta ad arco che veglia sul borgo, segnandone l’ingresso, ciò che resta della cinta medievale del castello insieme all’attigua e massiccia torre trecentesca, entrambe sormontate da merlature a coda di rondine.
La stradina lastricata a sassi punta in alto, si insinua fra case in pietra e laterizio con orti e giardini, toccando, da subito, il settecentesco edificio della compagnia di Santa Maria della Rondine e, più avanti, l’oratorio di San Rocco (del 1631). Preceduto da un fazzoletto d’erba, domina la sommità del colle il complesso abbaziale: la pieve, eretta attorno all’anno Mille per volere di Matilde di Canossa, e la chiesa di Santa Maria dell’Assunta, con la sua cripta antichissima e lo splendido chiostro quattrocentesco del monastero che sono i veri tesori di questo borgo.
Monteveglio, altro che storia!
Da dove deriva il toponimo Monteveglio? Mons Belli, Mons Bellus o Mons Bellius? Ossia, da monte della guerra, monte grazioso o monte della famiglia Bellia? A detta degli storici è più probabile la prima ipotesi, perché su questi colli i romani, prima del loro stanziamento, affrontarono una dura battaglia contro i Galli Boi. Fu solo l’inizio di una serie di avvicendamenti storici che le valsero la nomea di “memoranda nei secoli”, attribuita dal monaco cantore delle gesta di Matilde di Canossa.
L’episodio più calzante, datato 1092, si riferisce all’imponente assedio dell’esercito di Enrico IV nella cornice delle lotte per le investiture fra papato e impero. Il castello di Monteveglio, allora feudo della Granduchessa, resistette per quattro lunghi mesi, uscendo vittorioso dopo la ritirata delle armate imperiali. Scomparsa Matilde, il borgo divenne libero comune e prese parte su entrambi i fronti all’interminabile contesa tra Modena e Bologna.
La vocazione di fortificazione connotò sempre questo lembo di terra che ricorda anche lo sventato tentativo d’invasione della potente armata di Carlo V nel 1527 in cui si narra che Monteveglio venne salvata da un’improvvisa tempesta di neve che disperse miracolosamente i feroci assedianti (in ricordo ogni anno si tiene una processione votiva).
Scheda tecnica
Partenza: Centro Parco San Teodoro
Arrivo: Borgo di Monteveglio Alto
Tempo di percorrenza: 30 minuti
Difficoltà: T
Dislivello: 150 m
Per chi viaggia in camper
Monteveglio
Area sosta comunale, Rotonda di Viale dei Martiri
Servizi: acqua, illuminazione. Ammessi animali, apertura annuale
Informazioni per visitare Monteveglio
Parco Regionale Abbazia di Monteveglio
enteparchi.bo.it