Il fascino dei boschi di Dante
Escursione nel parco nazionale delle Foreste Casentinesi, tra i boschi dell’Appennino fino alla cascata dell’Acquacheta: luoghi evocativi frequentati fin dal X secolo, quando San Romualdo – iniziatore di Camaldoli – li scelse per fondarvi un eremo di cui oggi non rimangono che poche tracce e il nome, prestato al pianoro a monte delle cascate. Luoghi così affascinanti che Dante, ospite della famiglia Guidi, si lasciò suggestionare a tal punto dalla grandiosità naturalistica dei boschi e di queste acque, da citarli nella prima delle sue cantiche.
Se partite decisi a immergervi nelle atmosfere silenziose e solitarie di quel mondo oscuro e selvaggio attraversato dal sommo poeta, vi consigliamo di non farlo la domenica o nei giorni di festa, dove orde di simpatici ragazzini “assordano l’aere” in compagnia di festanti genitori con svariate sportine e assortiti tramezzini. Meglio scegliere, se vi è possibile, un venerdì o un sabato, quando la pace regna sovrana fra questi boschi che profumano di mistero.
L’itinerario per la cascata dell’Acquacheta
Questi luoghi “di orrida bellezza” sono i degni compagni lungo l’itinerario dove il trionfo della natura è mescolato al respiro della storia che trasuda dalle pietre dell’abbazia di San Benedetto e del molino dei Romiti. Il tutto in poco più di 2 ore di escursione, assolutamente abbordabili.
Partenza da San Benedetto in Alpe, in bilico tra la Romagna e la provincia di Firenze, distesa oltre il crinale. Risalendo l’Appennino lungo la SS67 che proviene da Forlì, svoltate a destra prima del ponte sul Fosso dell’Acquacheta; qui troverete due aree adibite a parcheggio e il centro visite del parco per ogni informazione. Al termine della salita in prossimità del tornante, c’è l’attacco del sentiero contraddistinto dal numero 407, con segnavia a bandiera bianco rosso. L’itinerario, che non presenta particolari difficoltà, si snoda prevalentemente nel bosco in saliscendi, e si affianca ben presto al torrente che si esibisce con innumerevoli pozze fino a un pianoro con tavoli in legno. A metà percorso incontrerete Ca’ de Rosp e, più avanti, l’antico molino dei Romiti (tavoli in pietra per sosta); con un bivio da seguire a destra camminerete lungo un tratto lastricato che, protetto da una staccionata in legno, porta al cospetto del fragore della “caduta”, come chiamano da queste parti la cascata dell’Acquacheta: 70 metri di impetuoso salto su balze di arenaria. Specie nei periodi di piena.
Pochi passi ancora e sarete alla cascata del Fosso Ca’ del Vento e alla profonda e verdissima forra in cui si getta. Continuate poi a sinistra e, con un ultimo breve sforzo, raggiungerete il pianoro dei Romiti. Tornati al punto di partenza, vi suggeriamo una breve estensione al borgo alto di San Benedetto in Alpe, che si raggiunge risalendo la centrale via Dante Alighieri. Qui è d’obbligo visitare la chiesa, la cripta e il chiostro con pozzo della millenaria abbazia benedettina, non lontano dal quale, si narra, il sommo poeta abbia forse incontrato l’amata Beatrice.
Scheda tecnica
Partenza e arrivo: San Benedetto in Alpe
Dislivello: 207 m
Durata: 1 h e 20 min alla cascata, 2 ore al pianoro
Segnavia: 407 CAI
Periodo: da aprile a novembre
Difficoltà: T – sentiero turistico
Informazioni per visitare la cascata dell’Acquacheta
Appennino Romagnolo
www.appenninoromagnolo.it
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
www.parcoforestecasentinesi.it