Nascosta ma non troppo, ecco come arrivare
Lungo la statale 46 che da Rovereto scende verso sud, un cartello alla fine di un ponticello, vi indicherà la centrale di San Colombano e l’eremo; poco oltre troverete una piccola area parcheggio. Scesi dall’auto, percorrete il sentiero fino al ponticello sul torrente Leno e al cancello che segna l’accesso alla suggestiva scalinata di 102 gradini completamente scavati nella parete di roccia. Non vi spaventate! Non si tratta di nulla di impegnativo e si adatta a qualsiasi passo; bastano una ventina di minuti per arrivare a destinazione.
Sotto un tetto di roccia, la vista all’eremo di San Colombano
A guardarla da valle questa chiesetta semplice dal campanile a cuspide, appare come una scultura scolpita nella roccia; quando sarete su, la suggestione sarà sentirsi in bilico su uno strapiombo di circa 120 metri.
Iniziate la visita dalla cappella: la pietra della pavimentazione contrasta con il bianco dell’intonaco, e l’ocra degli affreschi superstiti. Sopra l’altare maggiore gli occhi corrono su una raffigurazione della Madonna e dei Santi del XV secolo e sui tanti ex-voto che testimoniano di lunghi pellegrinaggi al santuario. Fuori dalla cappella alcuni gradini portano alla grotta dell’Eremita abitata da mistici in fuga dalla civiltà fino alla fine del Settecento. Anche qui le pareti sono splendidamente affrescate, stavolta con alcune raffigurazioni del Paradiso e immagini della lotta tra San Colombano e il drago.
Tra leggenda e realtà
L’eremo, salvato dal “Comitato degli Amici di San Colombano” da decenni di incuria e vandalismo, risale al 753, stando alla data incisa sulla pietra accanto al campanile. Alcune didascalie, a corredo di foto e di documenti originali esposti, raccontano la sua storia: costruito intorno al X secolo, l’edificio sacro è apparso come chiesa di San Colombano, per la prima volta, in un documento del 1319. Le leggende sulla sua origine si mescolano alla realtà: si narra infatti di un “pio uomo” proveniente dalla pianura padana che, alla ricerca di un luogo isolato dal mondo, scelse questa grotta naturale come propria dimora per avvicinarsi a Dio. Ma si racconta anche del Santo che, nelle vesti di un giovane cavaliere, sconfisse il drago che divorava i bambini battezzati nelle acque del torrente sottostante! Tutte storie suggestive, come per altro l’atmosfera che si respira quassù.
Informazioni per visitare l’eremo di San Colombano
Eremo di San Colombano
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