Sulle pendici del massiccio del Matese, dove la montagna inizia ad avvicinarsi alla valle, i tetti rossi di Sepino fanno squadra, conquistandosi la visuale sugli ampi spazi verdi e i cieli azzurri molisani. Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, Sepino ha vicoli stretti e case basse nel centro storico, secondo un impianto tipico del periodo medievale.
Cosa vedere a Sepino
La piazza Nerazio Prisco, quella principale, ruota attorno a una fontana con quattro zampilli che guardano ai quattro punti cardinali, ma non è l’unica: altre fontane, come quella monumentale della Canala che risale al Cinquecento, o quella del Mascherone di epoca romana, arricchiscono gli angoli del borgo, segno dell’abbondanza d’acqua, impiegata anche per le cure termali.
Tra le strade del centro, la chiesa di Santa Cristina è l’edificio più importante, tra i pochi ad aver resistito al feroce terremoto del 1805. Originale e caratteristica è la guglia del campanile: ricostruita dagli artigiani locali in ferro battuto dopo il crollo di quella preesistente soprannominata il “buttiglione”. Dell’antica cerchia di mura restano pochi tratti e tre delle quattro porte di ingresso, di forma cilindrica. Appena fuori dall’abitato fate un giro sul ponte di San Rocco, elegante ed essenziale arco di pietra sotto cui scorre il fiume Tappone.
Il sito archeologico di Saepinum
Prima che Sepino risorgesse più a monte – a 700 metri di quota – si trovava sul fondovalle del fiume Tammaro, nel punto di scambio dei tratturi usati dai pastori per il transito del bestiame. Dell’antico insediamento romano resta oggi un grande sito archeologico, quello di Saepinum, a pochi chilometri dal borgo, assolutamente da vedere.
Di pianta quadrangolare, circondato da mura, racchiudeva un teatro per giochi e rappresentazioni, le terme, il mercato e il foro; all’incrocio tra il Cardo e il Decumano, i due assi viari principali, si trovava la basilica di cui oggi si possono ammirare venti colonne. La porta di Bojano è uno dei resti meglio conservati: affiancata da due torri, presenta sul prospetto un personaggio barbuto riconducibile a Ercole. L’area si estende per dodici ettari ed è conosciuta con il nome di Altilia, per distinguerla dall’area archeologica di Terravecchia, l’antica città sull’altura, anch’essa detta Saepinum.
Nei dintorni
Per respirare gli odori dei paesaggi boscosi e delle faggete, la località consigliata è Campitello di Sepino, un pianoro dove poter campeggiare o fare escursioni a piedi e a cavallo in una zona attraversata da fiumi e sorgenti o, semplicemente, per fermarsi a degustare la salsiccia con il finocchietto e i formaggi prodotti dagli allevatori della zona.
Informazioni per visitare Sepino
Pro Loco Sepino
www.sepino.net