Weekend di gusto in Valtellina

di Luca Beretta
Lombardia
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Gusto e dintorni
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Montagna
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Pizzoccheri, formaggi, vino e aria buona; ottime ragioni per esplorare qualche angolo di Valtellina. Camminando se siete sportivi oppure semplicemente a caccia di sapori e paesaggi tra le montagne nelle valli del Bitto e tra i terrazzamenti di Chiuro e Teglio.

Gusto e Valtellina sono un binomio quasi imprescindibile e le proposte potrebbero essere davvero tante. Noi ci limitiamo a suggerirvi 3 idee per altrettante proposte a caccia di sapori e meravigliosi paesaggi.

Il bitto dell’Alpe Pescegallo

Andiamo a conoscere chi ha scelto di trascorrere le proprie estati in quota, per badare alle mucche e alle capre e tenere viva una lunga tradizione, quella di un formaggio unico: il bitto.
Si parte presto ed è ancora buio. Saliamo in silenzio nel bosco fino a sbucare sui pascoli accolti dal suono dei campanacci. Loro sono al lavoro; in effetti sono “già” le 4! Del mattino, ovviamente… Il formaggio, quello buono, arriva da qui e dai tanti altri alpeggi in quota dove si “lavora sodo”. Ci avviciniamo superando l’erba alta ancora bagnata e raggiungiamo il calecc (uno dei ripari usati dai pastori in quota), dove lasciamo anche la nostra attrezzatura al coperto; la giornata non è tra le migliori. Ci spostiamo sui prati e conosciamo Paolo, Saverio e Michele, 48, 21 e 36 anni, tutti qui per scelta e per passione. Ci guardano un po’ diffidenti mentre filmiamo e fotografiamo; un po’ con lo stesso stupore con cui noi li sentiamo chiamare le vacche per nome e mungere a mano. I minuti passano, la nostra presenza diventa meno ingombrante e l’atmosfera si scioglie, arrivano le prime parole e qualche risata a scaldare l’alba. Ogni anno, per quattro mesi circa, salgono all’alpe; due volte al giorno, alle 4 del mattino e alla stessa ora del pomeriggio mungono mucche e capre (più di un centinaio di bestie), quindi si dividono i compiti nella sistemazione del pascolo e nella lavorazione del formaggio; a secondo del clima, della quantità e della qualità dell’erba, le vacche producono ciascuna 5/6 litri di latte. Dopo circa un’ora e mezzo la mungitura è finita; si radunano gli attrezzi, il latte riempie i bricchi e raggiunge la casera qualche centinaio di metri a valle dove la caldera aspetta il casaro. Si accende il fuoco e finalmente ci si scalda insieme al latte che lentamente si trasforma per diventare il prelibato Bitto dopo un periodo di stagionatura in baita. Li salutiamo mentre sistemano e spostano forme perché tra poco torneranno a mungere…
All’Alpe di Pescegallo potete arrivare percorrendo la mulattiera o comodamente in seggiovia da Pescegallo lasciando l’auto nel grande piazzale. Una volta in quota potrete scegliere tra numerosi percorsi che con un impegno moderato, vi porteranno tra queste montagne a scoprire ben 6 laghetti: Trona, Zancone, Piazzotti, Rotondo, Inferno e Ponteranica.

Tra i terrazzamenti e le cantine a Chiuro

Pochi chilometri ci separano da Chiuro dove ci aspetta una nuova storia. Varcato il portone si entra in un mondo di pietra: volte e scale si rincorrono a proteggere botti e vini che riposano qui per anni in attesa del loro primo incontro con un calice. I Balgera fanno vino dal 1885 e Paolo – che ci fa da cicerone – rappresenta la quarta generazione; con lui i figli Luca e Matteo. Vino dunque da 5 generazioni, selezionando uva nebbiolo valtellinese che, con lunghi invecchiamenti e tanta passione, diventa Sassella, Inferno, Grumello, Valgella, Sforzato, e qualche passito. Una storia che guarda avanti e tramanda un lavoro di sacrifici, esperienza e tanta pazienza. Le giornate trascorrono tra vigneti e cantina. Primavera ed estate tra i terrazzamenti a preparare la vigna, autunno tra le botti per far spazio all’uva che a ottobre si raccoglie partendo dalle migliori che vengono selezionate e messe ad appassire sui telai fino a gennaio/febbraio quando saranno pigiate.
Sul caldo versante retico della media valle, esposte a sud, le vigne si coltivano tra i muretti a secco che delimitano i terrazzamenti ricavati sui fianchi dei pendii disegnando una trama di piccoli ripiani che creano un grande paesaggio. Un luogo che ci viene consegnato da un sapere antico e di cui, ancora oggi, possiamo ammirare le bizzarre geometrie e i sapori unici.
Per immergervi in questo paesaggio, niente di meglio che cimentarsi lungo la Via dei Terrazzamenti, un percorso ciclopedonale (circa 70 km) che collega Morbegno a Tirano snodandosi piacevolmente in saliscendi tra i 300 e i 700 metri di quota all’insegna di panorami e profumi ma anche di chiese, siti preistorici e antichi borghi. Senza ovviamente rinunciare a una tappa per un assaggio in cantina.

A tavola con i pizzoccheri di Teglio

Non c’è stagione che tenga, una gita in Valtellina senza sedersi a tavola coi pizzoccheri, non è gita vera! Potevamo noi sottrarci? Certo che no. E allora niente di meglio che spingerci fino a Teglio, patria del pizzocchero, dove siamo stati ospiti da Elisa nel suo Hotel Bellavista. Mentre la vediamo impastare, le chiediamo di raccontarci come si prepara la pasta, proprio come ha fatto sua nonna con lei. Di origine incerta ma sicuramente lontana, i pizzoccheri sono un formato di pasta derivato dal grano saraceno un tempo ampiamente coltivato in Valtellina. Gli ingredienti sono quelli semplici della tradizione contadina e, il vero segreto è saper fare la pasta… Vedendo le sue mani veloci capiamo che, comunque vada, non c’è storia: saremo sempre migliori nell’assaggio che nella produzione e quindi ci dedichiamo subito a quello. Il vino di accompagnamento è un rosso corposo; chiedete un Valtellina DOC un Inferno o un Valgella…
Poi per sentirvi meno in colpa fate un giretto in paese; dirigetevi verso il suo cuore antico e, ben presto, sarete alla chiesetta di San Pietro, curiosamente rivolta a sud. Poco oltre vi aspetta l’oratorio dei Bianchi con la sua facciata affrescata e, poco distante (ma in salita), l’imponente torre, ultimo baluardo difensivo dell’antico castello che dominava il colle. Il meglio deve ancora arrivare: in discesa lungo viale Parco Rimembranze, vi troverete di fronte a Palazzo Besta, assolutamente da vedere. Poco appariscente esternamente, vi stupirà il suo interno già dal cortile quadrato a due ordini di logge, cuore del palazzo in cui si susseguono le stanze tra pareti affrescate, racconti e qualche scricchiolio, forse i passi dei Besta…

 

Informazioni per un weekend di gusto in Valtellina

Portale Turistico Valtellina
www.valtellina.it

Centro del Bitto storico
www.formaggiobitto.com

Vini Balgera
www.facebook.com/BalgeraViniDiValtellina

Accademia del Pizzochero
www.accademiadelpizzocchero.it

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