Tutto in un abbraccio
Capita che un giorno, annusando l’aria, ritrovi un paesaggio, dei suoni, delle sensazioni. E magari sei così fortunato da poterle rivivere e raccontare attraverso uno scatto e poche righe, per provare a condividerle pensando che quel luogo, possa diventare magia anche per altri.
C’è un rumore sordo e ripetitivo che viene da lontano. Cerco faticosamente di ignorarlo ma insegue i pensieri e i sogni. Mi giro una, due, cento volte prima di arrendermi alla sveglia e aprire gli occhi. Fuori è buio, le ossa stanche, la mente confusa. Però è ora, si deve andare. Mentre i tornanti si rincorrono ne assecondo l’andamento che sfila sagome di abeti alti e neri che ci guardano curiosi. Poi il motore e l’ultimo schiocco di portiera cedono il posto al silenzio e al suono dei passi sul brecciolino. Sono le 4 e non c’è tanta voglia di parlare. Meglio così, forse. Parlano gli sguardi che s’incrociano tra sbuffi di vapore che fuggono dalle nostre labbra.
La salita al Corno Bianco / Weissorn
Eccoci pronti per un’escursione un po’ diversa dal solito: sveglia prestissimo per raggiungere il passo Oclini/Jochgrimm e, da qui, la vetta del Corno Bianco/Weisshorn. Si parte nei pressi dell’Hotel Corno Nero lungo un sentiero lastricato e un po’ scivoloso (specie in discesa) che risale ripido il pendio erboso avvolto da una grande fioritura e lascia ben presto il posto a una traccia su terra battuta. Si sale ancora con le torce accese anche se potrebbe bastare la luna; una serie di stretti tornanti su fondo ghiaioso attraversa un ambiente di pini mughi e, più in quota, la roccia bianca prende il posto della vegetazione e ci accompagna fino alla cresta rocciosa con la croce. Poi siamo su, quota 2.316 metri, col chiarore livido dell’alba e un mare di nubi sotto i piedi. Ci sediamo. Di fronte sbuca lento il primo raggio che colora il cielo e scalda i ricordi mescolando emozioni alla roccia. Sopra le nuvole restano solo le cime del Catinaccio, dello Sciliar e il Gruppo del Latemar. Più vicino, la sagoma severa del Corno Nero. Solo più tardi apparirà nella vallata sottostante il santuario di Pietralba e la spettacolare forra da erosione formata dal rio delle Foglie/Bletterbach che incide il versante nord della montagna mettendo a nudo l’intera successione geologica. Il panorama si apre anche verso il basso e dopo averlo registrato col cuore, non resta che scendere per tornare verso il profumo caldo dei prati e lo scampanio delle mucche al pascolo. Magari pronti per una bella colazione a base di strauben, giusto per recuperare un po’ di energie…
Scheda tecnica
Partenza: Passo Oclini
Arrivo: vetta del Corno Bianco
Durata: 1 h e 20 minuti
Dislivello: +320 m
Difficoltà: E – sentiero escursionistico
Segnavia: bianco-rosso
Periodo: giugno-ottobre
Informazioni per l’escursione sul Corno Bianco
Passo Oclini Turismo
jochgrimm.com