Dolomiti segrete

di Redazione
Friuli Venezia Giulia
|
Veneto
|
Camper
|
Montagna
|
Parchi e natura
|
Trekking
|
Il Veneto settentrionale è sinonimo di Dolomiti. Porta d’accesso a queste montagne uniche, sono le colline intorno a Vittorio Veneto e, naturalmente, Belluno. Da qui si apre un mondo di laghi, cascate e acque verdissime lungo cui passeggiare o riposarsi con vista sulle grandi montagne.

Pianura, colline e montagne. Ma non montagna qualsiasi: Dolomiti. Silenziose in primavera, fantastiche nei mesi caldi dove il verde riempie il fondovalle e contrasta con il grigio delle pareti rocciose. Partite con calma dalla pianura di Vittorio Veneto per arrivare alle rive del lago di Santa Croce e salire nella riservata Belluno che diventa il centro dell’itinerario. Da qui verso il Vajont, si scoprono la val Cimoliana, e la valle del Mis per immergersi poi nel canale d’Agordo con i piccoli paesi e le grandi montagne tra cui respirare a pieni polmoni.

Primo giorno: da Vittorio Veneto a Belluno

Vittorio Veneto comprende gli abitati di Ceneda e Serravalle, congiunti nel 1866 per onorare l’unificazione d’Italia sotto Vittorio Emanuele II. Serravalle si presenta come una vera e propria rocca, alla strozzatura tra il monte Cucco e il Marcatone mentre a sud, Ceneda, è dominata dal castello di San Martino che sorge sul colle di San Paolo ed era l’antica sede dei vescovi-conti. Lasciate il camper in uno dei parcheggi di Serravalle e iniziate la passeggiata lungo via Roma e fino a piazza Flaminio, su cui affacciano la Loggia serravallese, antica sede del potere politico, e il Duomo, che custodisce una Madonna col bambino e santi di Tiziano. Salendo la scalinata alle spalle della cattedrale arriverete in poco meno di mezz’ora al santuario di Santa Augusta. Continuate poi il giro verso piazza Minacci, con il Teatro sociale, il palazzo Minacci-De Carlo e la torre dell’Orologio; oltre la torre si entra in Ceneda dove vedere la chiesa di Santa Maria del Meschio e, su piazza Giovanni Paolo I, la cattedrale (di origine duecentesca) e la loggia del Cenedese. Da qui potrete salire al castello di San Martino.
Lasciata Vittorio Veneto, con uno spostamento di circa 30 minuti e soli 20 km lungo la SS51, arriverete al lago di Santa Croce circondato dalle montagne dell’Alpago; sempre ventilato nei mesi estivi, è diventato un paradiso per gli amanti di windsurf, vela e kite surf. Se avete a bordo qualsiasi cosa che galleggi, vale la pena farci un giro.
Solo una ventina di chilometri vi separano da Belluno dove troverete una comoda area camper per la notte.

Secondo giorno: da Belluno alla diga del Vajont

Belluno appollaiata su un ripido colle. A fondovalle, il torrente Ardo si tuffa nel Piave e unisce idealmente la pianura alle cime dolomitiche. In piazza Duomo, cuore della città, si arriva dal grande parcheggio a valle grazie a una comoda scala mobile; spettacolare è la vista dal campanile del Duomo, progettato nel XVI secolo da Tullio Lombardo. Sulla piazza si affaccia anche il palazzo dei Rettori, che fu sede dei governanti veneziani e il battistero, con una figura in legno di Giovanni Battista scolpita da Andrea Brustolon. Prima di partire godetevi una sosta ai tavolini sulla piazza respirando la brezza che prelude alle montagne.
Lasciato il capoluogo, val la pena di dirigersi verso Longarone per salire alla diga del Vajont (ca 25 km), per un breve sconfinamento nel vicino Friuli ai paesi di Casso ed Erto, nel parco delle Dolomiti Friulane. La vista della diga dalle ultime gallerie stringe il fiato; qui si è consumato uno degli eventi più tragici della storia italiana quando nella notte del 9 ottobre 1963 l’abitato di Longarone fu completamente distrutto dall’onda d’acqua fuoriuscita dalla diga del Vajont a causa di una frana caduta dal monte Toc nel bacino. Il consiglio è percorrere l’itinerario che corre lungo la diga (rimasta intatta) prima di salire ai due paesi affacciati al bacino. A Casso si arriva compiendo una deviazione a sinistra dalla strada statale che s’inoltra in Valcellina, guidando con prudenza per via dei tornanti e delle gallerie; parcheggiate ai piedi del paese, perché difficilmente si trova spazio per i camper più in alto. Una seconda tappa porta a Erto dove lasciare il mezzo all’inizio dell’abitato per inoltrarsi a piedi tra le case di pietra, costruite lungo vie parallele al declivio e collegate da scale o stradine. È il paese dello scrittore e alpinista Mauro Corona, che sotto la chiesa ha il suo laboratorio di scultura.

Terzo giorno: le Dolomiti Friulane della val Cimoliana

Se avete tempo a disposizione e vi piace l’idea allungate di un giorno l’itinerario e immergetevi nella natura del parco delle Dolomiti Friulane raggiungendo Cimolais a poco più di una decina di chilometri dalla diga. Da qui, spingetevi in val Cimoliana, almeno fino al rifugio Pordenone. La vallata è bella e selvaggia e la strada del tutto affascinante; il primo tratto stretta ma su asfalto, la seconda parte sterrata e con due guadi sul torrente. L’accesso a questo tratto, regolamentato a pagamento, ha inizio dalla sbarra. Pur fattibile e ve lo diciamo per esperienza, informatevi sulle condizioni della strada e sulla fattibilità in rapporto al vostro mezzo. Noi vi consigliamo di lasciare il camper prima della sbarra e percorrerla a piedi o, meglio ancora, in bici. Dal rifugio potrete poi salire al Campanile di val Montanaia, spettacolare torrione roccioso. Se volete approfondire, trovate qui la descrizione dell’itinerario.

Quarto giorno: Dolomiti Bellunesi. Pareti, cascate e acqua smeraldo

Tornate verso Belluno per scoprire un piccolo gioiello delle Dolomiti Bellunesi protette dal parco nazionale, con un’escursione in valle del Mis con un trasferimento di 20 km. Seguite per Sospirolo e poi a destra per raggiungere le sponde del lago del Mis, che si allunga verso il cuore del parco, tra i monti Pizzocco-Prabello-Agnelezze e i monti del Sole. Guidate costeggiando le acque verdi fino al termine dell’invaso e lasciate il camper nel parcheggio a destra dell’unico ponte che taglia la vallata. Sgranchite le gambe con una passeggiata lungo il sentiero che collega i Cadini del Brenton, spettacolari cavità circolari scavate nella roccia in cui si tuffa l’acqua smeraldina del torrente. Rilassatevi con il silenzio e il panorama delle imponenti pareti e, tornati al camper, raggiungere il ristoro e andate a vedere l’imponente cascata della Soffia, che nascosta in una forra compie un salto tra le rocce.
La strada verso il fondo della valle segue il corso del torrente e s’infila in una spettacolare gola di roccia e sarebbe perfetta per raggiungere la prossima tappa se non fosse per la presenza di due gallerie scavate nella roccia a sbarrare il passaggio ai mezzi alti. Potete dunque arrivare per un giro fino all’area pic-nic “alla Stua” per godervi del paesaggio (sarete vicini alla prima galleria), ma non proseguire. Lo spiazzo concede una comoda inversione per tornare a ritroso lungo la strada già percorsa all’andata. Sul navigatore puntate Ponte Mas e, da lì, proseguite a sinistra lungo la SS203; la strada è già uno spettacolo e le case di Agordo vi aspettano in una conca tra le Pale di San Lucano e la Moiazza, con le pareti del monte Agner a strapiombo sull’abitato. Nella piazza principale si affacciano il palazzo Crotta-De Canzoni e la parrocchiale. A circa 3 km dal paese si parcheggia presso le Miniere della Val Imperina (in località Le Campe) e si prosegue a piedi attraversando il ponte pedonale sul Cordévole.
Nell’ex centrale idroelettrica si trova il Centro Visitatori “Uomini di Valle Imperina”, con un percorso didattico di archeologia industriale che rimarca i sentieri dei carbonai e dei minatori che, fino al 1962, estraevano il rame.
Ripreso il camper, continuate verso Cencenighe Agordino dominato dalla cima Pape e percorrete il “canale” nella roccia fino a Canale d’Agordo, alla confluenza della valle di Garès con quella del Biois, al cospetto della parete nord-ovest del Civetta e dell’estremità orientale dell’altopiano delle Pale di San Martino. In paese sono da vedere la seicentesca Casa delle Regole, in piazzetta Tancon, e la casa natale di papa Giovanni Paolo I, in via Rividella. Da qui puntate Garès in fondo alla valle omonima (ca 60 km dai Cadini del Brenton) dove potrete fermarvi e sostare al biotopo in un’area verde decisamente bella e, da qui, fare un breve passeggiata fino ai piedi della bellissima cascata.

Scheda tecnica

Partenza: Vittorio Veneto
Arrivo: Garès
Lunghezza: 200 km
Durata: 4 giorni
Tappe: Vittorio Veneto, lago di Santa Croce, Belluno, Diga del Vajont, valle del Mis, Agordo, Canale d’Agordo, Garès

Per chi viaggia in camper

Vittorio Veneto
Area sosta c/o stazione di servizio Eni
Viale del Cansiglio, 12
Servizi: acqua, pozzetto, bar

Belluno
Viale Dendrofori, località Lambioi
Servizi: acqua, pozzetto scarico, illuminazione e servizi igienici. Area a pagamento

Sospirolo
Area sosta in località Pian Falcina, valle del Mis;
Servizi: acqua, pozzetto scarico

Agordo
Area sosta Via Valcozzena in loc. Valcozzena
Servizi: acqua, pozzetto scarico, illuminazione. Area a pagamento, apertura annuale

 

Informazioni per visitare le Dolomiti

Dolomiti Turismo – Provincia di Belluno
www.infodolomiti.it 

Città di Vittorio Veneto
www.turismovittorioveneto.it

Parco Dolomiti Friulane
www.parcodolomitifriulane.it

Parco nazionale Dolomiti Bellunesi
www.dolomitipark.it

Condividi l'articolo su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp
Condividi su email

Cerca altre METE

Scopri le nostre proposte per il weekend in tutta Italia

Cerca altre IDEE

Al mare, in montagna, turismo attivo, di fede, in camper e molto altro ancora

Potrebbe interessarti anche

idee per il tuo weekend?

Lasciaci la tua e-mail
Ogni settimana riceverai le nostre proposte